Decadi di Decadenza (5 di 5)







Alla mia età i compleanni non si festeggiano, si subiscono, come una diabolica sottrazione di tempo. Ti guardi allo specchio, devi necessariamente accettare il cambiamento, trovando le migliori strategie di costante adattamento. Vivi nel tempo presente, anche perché il futuro è una piccola parte, e appartiene ad altri. Il mio 55° anno di vita non è stato così male e - a tratti e con palpitazione tenue - mi sono divertito un sacco. Contributi, eventi, musica, narrazione, sport, orto e vigneto: sono riuscito a fare quasi tutto. Magari in un continuo e magnifico equilibrio instabile e precario, ma tutto è a posto.
In cantiere c'è un'Opera Buffa, ma non so ancora se vedrà la luce. Ci sono idee e progetti già scritti. Continuo ad amare il mio lavoro sul campo, ossia subisco ancora la fascinazione dell'archeologia. Tuttavia, sono sempre più convinto che il lato peggiore dell'archeologia siano...gli archeologi. Sono certo che sorriderete, passandomi la battuta, anche perché la ripeto da oltre 30 anni.
Amo il posto dove vivo, vorrei che fosse ancora più montano, aspro, solitario, duro e isolato. La Liguria montana non è un paese per comodi pensionati, placidi trasfertisti e ilari turisti domenicali. Il nostro appennino è una terra che necessita di cura e comprensione, ossia di continua perseveranza e puntuale consapevolezza. Oggi ho una famiglia allargata. Oltre ai due bipedi sapiens, ci sono Filippo (il primogenito), Neslie, Axel, Rudy, Linda, Thea (l'ultimogenita), Diablo e Leo. Insomma, per veneranda età e numerosa prole, sono diventato una sorta di patriarca biblico, circondato da amore puro.
Per salutarvi, ho messo le foto della mia famiglia. E' tutto quello che ho, ed è quello che mi rende ciò che sono.

Decadi di decadenza (2 di 5) - Un cavallo bianco (Matia Bazar, 1976)



https://youtu.be/PH2g1QxknIc

Negli anni '70 ho cominciato a ascoltare con attenzione la musica che passava per casa, tramite il vinile di mio cugino Graziano, di alcuni amici di mio padre e tramite le musicassette che cominciavano a circolare sotto ai banchi di scuola. In quegli anni ci furono i primi concerti ascoltati dal vivo (Assemblea Musicale Teatrale, PFM).
In questa compilation novembrina avrei dovuto mettere un pezzo dei Genesis, o dei Jethro Tull. La mia dedizione al prog italiano mi imponeva di scegliere un pezzo iconico, che rappresentasse gli anni '70. Potevo attingere a Banco, Orme, Locanda delle Fate, Osanna, YS, PFM.
Ho scelto "Un cavallo bianco" dei Matia Bazar perché la ritengo un pezzo nel pieno solco del pop/progressive italiano di quegli anni. Poche canzoni riescono ad emozionarmi come questa. Non credo che Antonella Ruggero abbia raggiunto livelli di espressione e potenza vocale analoghi nella sua carriera. Cavallo bianco mi pare anche una canzone esclusiva, perché ritengo difficile che un'altra vocalist la possa interpretare con la stessa intensità, o con originalità. Nel video in bianco e nero, Stellita, Antonella, Cassano, Carlo Marrale e Golzi sono di una bellezza incredibile.
Buon ascolto e visione

PS. una versione ancora più prog ed extended è ascoltabile in Live in Tokio 1986
 https://youtu.be/QBpjJ5fdRD4 

Decadi di decadenza (3 di 4) - Grendel, Marillion



La scena musicale (e culturale) dell'inzio anni '80 non mi entusiasmava. In quel decennio ho ascoltato prevalentemente la musica del decennio precedente, riscoprendo hard rock, rock barocco e progressivo. Scoprivo Finardi, che mi avrebbe accompagnato fino al servizio militare, continuavo ad ascoltare i cantautori italiani (Guccini, Lolli). In quegli anni ho comprato anche dischi per solidarietà e semplice nostalgia. Venerdì (Le Orme), Come ti va in riva alla città (PFM) e Banco (BMS) sono rimasti per anni nell'angolo della collezione di LP, comprati e ascoltati pochissimo. Inaspettatamente un programma radiofonico (si chiamava From the beginning, ma non ricordo l'emittente ) cominciò a proporre il new progressive inglese (Marillion, IQ, Pendragon) e io finalmente trovai l'accompagnamento musicale quotidiano di cui avevo bisogno. In quell'inizio anni '80 i canali di comunicazione e condivisione erano ancora prevalentemente di tipo orale. Ci si passava voce di questo o di quel nuovo gruppo. La musica veniva scambiata su nastri artigianali, spesso mal registrati. Per comprare i dischi occorreva andare a Genova e le riviste musicali un tempo di riferimento (Ciao 2001) avevano preso una pessima strada. Per assurdo, nella mia piccola cerchia di amici e aspiranti musicisti, i Marillion vennero rubricati inizialmente come una banda brasiliana che imitava i Genesis. Incuriosito dall'improbabile esotica provenienza e dai primi ascolti in radio, decisi di comprare il primo LP disponibile a Genova. Li abbandonai, con la fuoriuscita di Fish. Dopo i primi due album da solista, abbandonai anche lui.
Per il decennio anni'80 vi propongo Grendel.

Buon ascolto e visione

PS. per i veri nostalgici, suggerisco di cercare i live della più recente Mick Pointer Band

Decadi di decadenza (4 di 5) - CSI, Del Mondo



I miei anni '90 musicali sono segnati dall'atteso ritorno al progressive delle Orme (Il Fiume), della PFM (Ulisse). Mi entusiasma meno il Banco (Il 13 e Live Nudo), anche se continuo a seguirlo dal vivo. In quegli anni riapre la Locanda delle Fate, ma onestamente bisognerà aspettare ancora a lungo per risentire live Leonardo Sasso, ascoltare la Giostra e i pezzi delle Lucciole. Prosegue il mio ascolto del metal, selezionando i gruppi che rimarranno a lungo nel mio interesse. Gli Iron Maiden mi arrivano direttamente dal decennio precedente e dai concerti visti al Palatrussardi. Ora prediligo Metallica, Anthrax, e con la voce di James LaBrie scopro Images and Words e i Dream Theater. Subterranea degli IQ è il mio album del decennio, ma è un gusto del tutto personale. La nuova scena musicale italiana mi attira relativamente. La vera (ri)scoperta è il Consorzio Suonatori Indipendenti. I cd di Ko de mondo, Linea Gotica e Tabula rasa elettrificata sono compagni inseparabili nelle infinite trasferte lavorative e nella vita tra Genova, Pisa, la Sardegna e gli scavi in Liguria e Toscana. In anni molto recenti ho avuto il piacere di conoscere Massimo Zamboni e di realizzare con lui alcuni eventi e interviste. Il seme era messo a dimora già in quegli anni'90. Oggi mi piacerebbe conoscere meglio Ferretti...e chissà !

"E' stato un tempo il mondo giovane e forte,
odorante di sangue fertile...
Dimora della carne, riserva di calore,
sapore e familiare odore..."
Il titolo... lo lascio a voi
Buon ascolto e visione

Antiche Genti del Tigullio a Chiavari


Questa mattina estraggo dagli archivi della memoria e del pc e condivido il collegamento al video documentario realizzato nel 2010, in occasione del convegno Antiche Genti del Tigullio a Chiavari.  In quell'occasione, ho curato progettazione, ideazione e testi, mentre la regia e la post produzione sono stati curati da Lucio Basadonne. Nel video, oltre alle immagini del museo di Chiavari e del convegno che si tenne nell'auditorium esterno di Villa Rocca, ci sono interviste e approfondimenti di Roberto Maggi, Mark Pearce e Filippo Maria Gambari, che - allora - era Soprintendente archeologo della Liguria. 

Il pensiero e il contributo sono dedicati al suo ricordo. Gambari è mancato prematuramente nel 2020. Per noi archeologi "universitari" liguri, Gambari era una figura di impatto ed esercitava indubbiamente una grande autorevolezza istituzionale. Non mancava di esercitare il diritto di critica nei confronti dell'Università, ma lo faceva con equilibrio e con chiarezza di motivazioni. Riconosco volentieri che ha sempre accolto ogni richiesta di studio e agevolato ogni percorso di pubblicazione e valorizzazione dei dati della ricerca archeologica. 


Colori d'estunno a tavola

Vivere la campagna è molto diverso dal semplice abitare in campagna. Significa imparare a conoscere la natura più intima dei luoghi, dei ritmi, delle stagioni e saperne catturare le sorprendenti possibilità. Quest'anno, ad esempio, il clima mite di settembre e ottobre ha fatto vivere l'orto oltre il suo tempo consueto. A fine novembre posso ancora raccogliere pomodori e peperoni, posso attingere alle insalate più resistenti e ho già finocchi e cavoli rigogliosi. Ho conservato in cantina cipolle e aglio estivi e ho disponibilità di origano e maggiorana, freschi oppure essiccati. La molitura delle olive è cosa fatta in queste settimane e ho abbondanza di legumi secchi, conservati nei sacchetti di "papè mattu" che, poi, è la carta matta o la carta paglia. 
In un tempo che ci vede tutti cuochi e chef, noi non abbiamo particolari stelle, ma cerchiamo di alimentarci bene e in maniera naturale. Per il semplice piacere di condividere, ecco a voi il nostro pranzo di domenica 20 novembre.




Cominciamo con una "entrée" a colori. Pomodori, peperoni verdi dolci e peperoncini piccanti viola (solo perché non arrivano più a maturazione). Tutto è stato colto questa mattina nell'orto. A coprire, legumi secchi, spezzati e tostati. Origano e aglio sono estivi. Olio nuovo e verde, come se non ci fosse un domani.




La seconda portata è nuovamente frutto dell'orto. Cavolfiori fatti scottare in acqua bollente  e funghi secchi, a rilasciare sapore. Gratinati al forno con pan grattato, misto a parmigiano (poco) e pecorino (tanto) grattugiati. Poi ho aggiunto a crudo, olio nuovo e pistacchi tritati (unico ingrediente del tutto alloctono).

Buon appetito, e perdonate il mancato "impiattamento" e la mancata osservanza alle regole auree.
Siamo liguri montani...poco abituati all'eleganza.

𝐏𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐩𝐨. 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞𝐝 𝐞𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐦𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐢𝐧 𝐋𝐢𝐠𝐮𝐫𝐢𝐚



Guarda servizio TG3

Ecco un nuovo libro della Genova University Press (GUP) che ritengo socialmente e culturalmente sostenibile. Lo presentiamo oggi, 8 novembre, a Genova, negli spazi del Palazzo d'Ateneo, in via Balbi 5. La Liguria appare spesso marginale negli studi sulla criminalità in Italia, in particolar modo quando vengono presi in esame la corruzione e la criminalità organizzata, anche di stampo mafioso. Il libro e i suoi contenuti contribuiscono al dibattito pubblico e scientifico su questi temi, provando a colmare alcune lacune esistenti, e affrontando la ricerca secondo un approccio sistemico, inserendo le azioni dei singoli attori all’interno delle dinamiche sociali, economiche e politiche che caratterizzano il territorio ligure. Grazie al contributo di magistrati, investigatori, studiosi, attivisti e giornalisti il libro ricostruisce settant’anni di storia ligure – una storia di mafia, ma anche di antimafia – fissando i dati acquisiti per poter leggere meglio quanto accade oggi.

I curatori del libro:

Marco Antonelli è assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore. Ha studiato la presenza delle mafie in aree di migrazione, le proiezioni della criminalità organizzata in ambito portuale e la prevenzione della corruzione in ambito pubblico. È volontario di Libera dal 2008.

Stefano Busi, genovese, è impegnato in Libera dal 2011, e dal 2014 ne coordina le attività in Liguria. Nel corso degli anni si è speso in particolare sulle questioni educative, animando centinaia di laboratori di educazione alla legalità democratica nelle scuole della Liguria.

Il libro è disponibile in open access

Buona lettura!

  La “quarta missione” dell’Università: il feticcio della rendicontazione  (pubblicato su Repubblica, Genova, 8 aprile 2024) Chi insegna nel...